Conferenza europea sull’uso dei
"bambini soldato" - Dichiarazione di Berlino
La
Conferenza Europea sull’uso dei "bambini soldato",
tenutasi a Berlino, Germania, dal 18 al 20 ottobre
1999:
Gravemente preoccupata per il fatto che più di
300.000 minori di 18 anni sono attualmente
coinvolti in conflitti armati in ogni parte del
mondo, compresa l’Europa dove ve ne sono migliaia;
Rammentando i principi del superiore interesse del
bambino, della non-discriminazione e della totale
protezione sanciti dalla Convenzione sui Diritti
dell’Infanzia, ratificata da 191 Stati, compresi
tutti gli Stati europei;
Accogliendo la risoluzione 1261 del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite ed il lavoro del
Rappresentante Speciale del Segretario Generale
sui Minori nei Conflitti Armati al fine di
impedire il reclutamento e l’uso di bambini in
operazioni militari;
Accogliendo la raccomandazione del Segretario
Generale delle Nazioni Unite al Consiglio di
Sicurezza affinchè l’età minima per il
reclutamento e la partecipazione nei conflitti
armati sia fissata a 18 anni, così come quella dei
peacekeepers delle Nazioni Unite dovrebbe essere
almeno di 21 anni e in ogni caso non inferiore ai
18 anni;
Accogliendo l’adozione dello Statuto della Corte
Penale Internazionale che considera un crimine di
guerra la coscrizione e l’arruolamento di bambini
di età inferiore di 15 anni o la loro
utilizzazione per la partecipazione attiva alle
ostilità, sia in conflitti armati interni che
internazionali e sia che essi vengano impiegati da
eserciti regolari o da milizie armate;
Accogliendo l’inclusione del reclutamento forzato
o obbligatorio di minori di 18 anni per la loro
utilizzazione in conflitti armati come una delle
peggiori forme di lavoro minorile nella
Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del
Lavoro (OIL) sulle più Gravi Forme di Lavoro
Minorile (182);
Accogliendo le Dichiarazioni sull’Uso dei "Bambini
Soldato" di Maputo (aprile 1999) e di Montevideo (
luglio 1999);
Accogliendo la dichiarazione dell’Alto
Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni
Unite al Gruppo di Lavoro nel 1998, in cui si
affermava che " la legislazione nazionale non deve
essere un ostacolo all’elaborazione di standard
internazionali più avanzati";
Accogliendo dalle modifiche nelle modalità di
reclutamento e impiego da parte di alcuni Paesi;
Constatata la Dichiarazione dei Ministri degli
Esteri dei Paesi Nordici contro l’Uso dei "Bambini
soldato" (Reykjavik, Islanda, agosto 1999)
Preoccupata per le difficoltà delle operazioni di
peacekeeping in situazioni in cui sono presenti
"bambini soldato"
Rammentando che le parti coinvolte in un conflitto
armato sono vincolate agli obblighi imposti dal
diritto umanitario internazionale, compresa la
proibizione a reclutare ed utilizzare nelle
ostilità persone di età inferiore a 18 anni.
Determinata a porre fine all'uso dei minori di 18
anni nei conflitti armati e nelle controversie
interne:
- Dichiara
solennemente il suo impegno a stabilire
standard internazionali che proibiscano
qualsiasi tipo di partecipazione ai conflitti
armati a persone di età inferiore a 18 anni;
Rispetto ed applicazione del diritto
internazionale esistente
- Chiede
agli stati europei di:
- ratificare
ed applicare le Convenzioni di Ginevra del
1949 sulla Protezione delle Vittime di
Guerra e i suoi due Protocolli Addizionali,
la Convenzione di Ginevra del 1951 sullo
Status dei Rifugiati e il Protocollo del
1967, la Convenzione sui Diritti
dell'Infanzia, lo Statuto del Tribunale
Penale Internazionale, la Convenzione
dell’OIL 182, e che le autorità nazionali
competenti considerino la possibilità di
designare il reclutamento e l'utilizzazione
di minori di anni 18 nelle ostilità come
"attività suscettibile di nuocere alla
salute la sicurezza ed il morale dei minori"
come afferma l'articolo 3 (d) di tale
Convenzione;
incoraggiare e fornire assistenza tecnica ad
altri Stati affinché ratifichino e
applichino quegli standard ed i relativi
standard regionali;
favorire un'ampia diffusione di quegli
standard all'interno dei loro Paesi ed
ovunque;
considerare, qualora siano Stati che
attualmente reclutano minori di 18 anni,
l’eventualità di innalzare il limite di età
per il reclutamento almeno a 18 anni e allo
stesso tempo a dare la priorità ai più
grandi in accordo con l'articolo 38 della
Convenzione sui Diritti dell'Infanzia;
prendere misure per proteggere i "bambini
soldato" da esecuzioni extragiudiziali,
sommarie o arbitrarie, da detenzioni
arbitrarie e maltrattamenti inflitti da una
qualsiasi delle parti in conflitto;
garantire che né la pena capitale né
l’ergastolo senza possibilità di rilascio
possano essere imposti per crimini commessi
da persone di età inferiore a 18 anni;
- garantire
che ogni legislazione di emergenza che
limiti le libertà civili tuteli i minori di
18 anni con una protezione adeguata
compatibile con gli standard internazionali
della giustizia minorile;
- Incoraggia
tutti gli organismi impegnati sui diritti umani
delle Nazioni Unite a lavorare, all'interno del
loro mandato, tenendo sempre presente il
problema dei "bambini soldato"
Sviluppo di nuovi standard e adesione ad essi
- Concorda
che gli Stati dovrebbero assicurare che nessuna
persona di età inferiore a 18 anni, nelle loro
forze armate, partecipi ai conflitti armati
- Chiede
a tutti Governi Europei di:
- prendere
misure al fine di garantire che, sotto la
loro giurisdizione, i minori siano protetti
dal reclutamento da parte di soggetti non
governativi;
formare il personale di tutte le forze di
peacekeeping sui diritti dei minori e sul
problema dei "bambini soldato" cosi come sul
loro disarmo, smobilitazione e
riabilitazione;
- implementare
il limite minimo di età fissato dal
Segretariato Generale dell Nazioni Unite per
il personale delle Nazioni Unite in tutte le
operazioni di peacekeeping;
Questioni programmatiche
-
Raccomanda
che una conferenza internazionale venga tenuta
nel corso dell'anno 2000 per affrontare tutte
le questioni programmatiche e operative
relative ai minori coinvolti nei conflitti
armati
-
Chiede
ai Governi europei ed alle (appropriate)
organizzazioni regionali di fornire assistenza
tramite:
- l'adozione
di meccanismi di informazione rapida per
permettere un tempistico monitoraggio di
ogni tentativo di reclutamento o uso in
conflitti armati di minori provenienti
dagli strati più vulnerabili della
popolazione
la creazione di un organismo per il
monitoraggio internazionale in grado di
fornire aggiornamenti annuali e analisi
nazionali sugli standard legislativi
relativi al reclutamento a all'impiego di
minori e all’uso effetivo di minori nei
conflitti armati;
- l’adozione
ed implementazione di piani nazionali per
porre fine al reclutamento di minori di 18
anni e al loro impiego nei conflitti
armati
- la
promozione di programmi di prevenzione per
minori di 18 anni che abbiano partecipato
alle ostilità centrati su:
- analisi
del rischio
sviluppo della consapevolezza
sensibilizzazione dell’opinione
pubblica
proposta di alternative quali
scolarizzazione/formazione
professionale/ attività ricreative
registrazione delle nascite
coinvolgimento della comunità locale e
della famiglia nel lavoro di
prevenzione
comprensione del contesto culturale,
economico, sociale e politico della
regione che va tenuto in grande
considerazione per la pianificazione
ed implementazione di programmi a
beneficio dei bambini coinvolti in
conflitti armati
riunificazione familiare in caso di
separazione
garanzia di cibo e sicurezza per i
bambini che vivono nei campi profughi
e nelle zone di guerra
- dislocamento
dei campi profughi lontano dalle zone
di guerra
- il
sostegno a campagne di informazione e
sensibilizzazione sulla Convenzione dei
Diritti dell’Infanzia indirizzate alla
società civile, alle forze armate, ai
gruppi armati e alle forze di
peacekeeping, focalizzate sulle
conseguenze negative che il reclutamento e
l’impiego di minori nei conflitti armati
ha sul loro stesso sviluppo;
- il
riconoscimento del nesso esistente tra la
disponibilità di armi leggere e "bambini
soldato" e la pressione sui Governi e
sull’Unione Europea affinché usino la loro
influenza politica ed economica sul
commercio delle armi leggere al fine
prevenire l’uso dei "bambini soldato"
- lo
svolgimento di un dialogo internazionale
costruttivo sull’uso dei "bambini soldato"
ed l’implementazione degli standard
internazionali;
- l’utilizzazione
dell’aiuto allo sviluppo come mezzo di
protezione dei minori coinvolti nei
conflitti armati;
- la
messa in evidenza della necessità di
assicurare assistenza finanziaria ai
programmi a lungo termine a favore dei
minori coinvolti nei conflitti armati come
parte integrante delle risposte alle
emergenze
- Chiede
ai Governi europei, nelle loro relazioni
esterne, di fare pressione affinché ci si
mobiliti per prevenire l’arruolamento dei minori
e garantire la smobilitazione in piena sicurezza
dei "bambini soldato" anche durante lo
svolgimento dei conflitti.
- Chiede
a tutti i partecipanti di diffondere il più
possibile questa Dichiarazione e di sottoporla
all’attenzione degli organismi competenti,
inclusi l’OSCE, il Consiglio d’Europa e l’Unione
Europea
- Incoraggia
gli Stati a sostenere il lavoro del
Rappresentante Speciale del Segretario Generale
sui Minori nei Conflitti Armati, l’OHCHR,
l’UNCHR, l’UNICEF, i membri della Croce Rossa e
della Mezzaluna Rossa, le altre organizzazioni
umanitarie e per i diritti umani, e quelle
attente al problema dei "bambini soldato"
Protocollo facoltativo:
- Esorta
tutti gli Stati a sostenere e a partecipare
attivamente al lavoro del Gruppo di lavoro delle
Nazioni Unite che sta elaborando il Protocollo
facoltativo sul coinvolgimento dei minore nei
conflitti armati con lo scopo di mettere a punto
un protocollo efficace in accordo con i principi
di questa Dichiarazione ed applicabile a
conflitti armati interni ed internazionali.
- Ringrazia
tutti coloro che hanno reso possibile lo
svolgimento di questa Conferenza, compresi ECHO,
UNICEF e gli altri donatori.
- Esprime
la sua calorosa riconoscenza al Governo tedesco
per aver ospitato questa Conferenza.
Una
mamma con la sua bambina in un villaggio rurale
del Kenya
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