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L'emigrazione come patrimonio sociale

Emiliano Morrone


L'emigrazione come patrimonio sociale

La forza della memoria è nella sua latenza: la memoria emerge, appare, si manifesta fuori d'ogni previsione.

Il recente ritorno di simboli e momenti storici dell'emigrazione calabrese, la stesura di tesi universitarie, la sorprendente riapertura del dibattito sui flussi migratori dei nonni, la nascita di importanti musei sulla materia come "la nave della Sila",

La nave della Sila

i siti d'approfondimento e disanima antropologica, psicologica, politica e culturale come "emigrati.it", gli scambi dell'associazione "Un sorriso agli emigrati", i gemellaggi e i raduni di "Heritage Calabria", la beneficienza sanitaria dei cugini d'America, le dimore degli emigrati e molte altre iniziative, anche di attualizzazione di quel passato di sradicamento e ricomposizione d'identità, stanno trovando una convergenza in attesa e diatribe, talora, sulla paternità di qualche iniziativa specifica.
In ogni caso, tutto questo fermento sta giovando alla tenuta della storia e della memoria dell'emigrazione, divulgate, per tali strade, in modo certamente più efficace e aggiornato, per i nostri tempi, che non con la mera tradizione orale - la quale raramente si esperisce - o il racconto, pur prezioso, di vicende lavorative o sentimentali, degli avi, da cinematografia.


Voglio ricordare, qui, tre progetti non paralleli in fatto di emigrazione di particolare importanza per un discorso futuro che interessi la ricerca, la pedagogia e la promozione turistica, con finalità di sviluppo culturale ed economico.

E' vero che, nonostante le pesanti, e imperdonabili, speculazioni e dimenticanze passate sull'emigrazione, si sta oggi riscoprendo, a volte strumentalmente, un rapporto significativo, pure nella parte dinamica, con l'emigrazione. La cattiva gestione politica, assieme alle risultanze storiche del Novecento, ha comportato, dalle nostre parti, un'emigrazione dal sapore della fuga: dipendente, cioè, non solo - e tanto - da mere esigenze di reddito.

L'associazione "emigrati.it", presieduta da Francesco Saverio Alessio, sta conducendo, da anni, su Internet, una campagna di informazione e di formazione sull'emigrazione italiana, da cui non sono escluse analisi articolate sulla responsabilità politica della diaspora, nel mezzogiorno, di intellettuali dissenti.

Il giornalista Gian Antonio Stella, per passione, ha organizzato con Mirella Barracco una mostra permanente sull'emigrazione italiana, interessantissima sul piano didattico, la quale, simbolicamente, ha sede in Sila e sottolinea con evidenza il tributo, di risorse umane, fatiche immani e affetti familiari spezzati, pagato dalla nostra gente, ad esempio, alla costruzione delle Americhe.

François Nicoletti, presidente di "Heritage Calabria", testardissimo, infaticabile ed esplosivo personaggio, forse l'emigrato in assoluto più legato alla regione, si prodiga, oltre qualsiasi immaginazione, per riunire chi è partito con chi è rimasto, tentando, con grandi ideali, di concretizzare il sogno d'un cammino comune e d'uno scambio permanente, con gli emigrati, di valori e modelli di vita.

Se queste tre realtà descritte s'incontrassero, ci sarebbe certamente effetti sinergici, vantaggi e nuovi strumenti per intendere l'emigrazione come regione privilegiata della memoria e patrimonio su cui investire proritariamente, in un progetto di larga ingegneria sociale.

Emiliano Morrone

Il Crotonese: 11-13 ottobre 2005


Emigrazione italiana

Il più grande esodo della storia moderna

Sono stati circa 31 milioni gli immigrati arrivati nel "nuovo mondo" fra il 1880 ed il 1915. La maggior parte dei primi emigranti florensi nell'Ottocento e soprattutto all'inizio del Novecento si imbarcarono a Napoli per la via delle Americhe.



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