Medico, Psichiatra, Psicoterapeuta - psicopatologia e antropologia - etno psichiatria
Noto rappresentante italiano dell'etnopsichiatria, di origine calabrese, è tornato nella sua terra dopo gli studi di medicina e psichiatria, svolti a Bologna, con frequenti proiezioni in Francia e Svizzera.
Ha completato la propria formazione trascorrendo periodi di studio e di ricerca in Italia e all'estero.
Da molti anni studia il disagio psichico delle popolazioni migranti, in Italia, Francia, Svizzera, Canada, Marocco, prestando particolare attenzione alle relazioni esistenti tra psicopatologia e culture di provenienza dei pazienti (etnopsichiatria).
Su questi temi collabora con la ( SIAM ) Società Italiana di Antropologia Medica, con il Laboratorio di Storia DEDALUS, fa parte del Consiglio di Segreteria della Sezione Calabrese della Società Italiana di Psichiatria, da dieci anni collabora con il Centre Georges DEVEREUX dell'Università di Parigi VIII (promotore dell'etnopsichiatria, disciplina avviata da Tobie Nathan, allievo di Devereux); partecipa alle redazioni de "I fogli di ORISS", "AM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica", "Daedalus", "Ethnopsy. Les mondes contemporaines de la guérison"; già corrispondente italiano de "La Nouvelle Revue Ethnopsychiatrie".
E' Autore di numerose pubblicazioni scientifiche in italiano, francese e inglese.
Dirige il Modulo di "Psichiatria Transculturale e di Comunità - Metodologia della Ricerca" presso il Centro di Salute Mentale dell'ASL 7 di Catanzaro.
Dagli anni '90 Inglese lavora con altre culture nel campo della salute mentale: stranieri, migranti e guaritori tradizionali, appartenenti ai più diversi mondi culturali; sono i soggetti privilegiati della sua continua ricerca e della lotta incessante a favore di mutamenti sociali accompagnati da coscienza politica.
Salvatore Inglese
L'inquieta alleanza tra psicopatologia e antropologia
(ricordi e riflessioni di un'esperienza sul campo)
tratto da I fogli di Oriss, n° 1, 1993
Marco Bilotta, Giuseppe Gallo
Franco Spina
Pagine: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14
Il libro tenta di descrivere il senso pluriverso di un itinerario conoscitivo costruito sulla pratica assistenziale svolta nel territorio di San Giovanni in Fiore.
Lo scritto ha come oggetto di ricerca il fenomeno dell'emigrazione osservato sotto l'aspetto psicopatologico, nel lato più inquietante: quello della sofferenza psichica.
La conoscenza spesso si accompagna ad una condizione di impotenza poichè comprendere una realtà non contribuisce decisamente a trasformarla.
Forse il ricercatore deve accettarla con semplicità, se non addirittura difendere il verso positivo del proprio egoismo epistemico.
L'inquieta alleanza tra psicopatologia e antropologia - Pubblisfera Edizioni
[...] La ricchezza relativa derivante da lavoro salariato prestato dagli emigranti, si ostinava a pietrificarsi in abitazioni deserte ed abusive [...] la pietrificazione del salario rivelava anche la necessità di contrastare, rovesciandola nel suo contrario, l'angoscia della scomparsa conseguente all'esodo obbligato. In questo territorio, più l'emigrazione viene patita come sradicamento, o nomadismo coatto, più si demarcano nuove fondazioni domestiche. Più si è costretti al movimento, più si scava nella roccia e si eleva una scheletrica identità stanziale.
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