Salvatore INGLESE
capitolo 12
All'inizio della mia attività assistenziale i casi erano pochi e tutti provenienti dal ventre digestivo del manicomio il quale espulse una quota residuale prodotta dalla tragedia dell'internamento all'indomani della promulgazione della legge nazione di riforma psichiatrica.Battaglia
Nel suo insieme la casistica esplorata
si declina nelle grandi derive paranoidee, confusionali e
melanconiche; lungo quadri nevrotici sfumati e invalidanti:
sinistrorsi, disturbi psicosomatici e ipocondriaci.
I disturbi somatici e gli infortuni sul lavoro ricorrenti consolidano
il nucleo della subentrante lamentosità e dell'invischiante
querulomania assistenziale ( nevrosi da indennizzo ).
Forme depressive, procrastinate e tardive possono presentarsi dopo
lunghi anni di apparente benessere, addirittura dopo un certo tempo
dal rientro in patria.
Lo scompenso psicotico dell'emigrante non si avvita inizialmente
intorno ad una configurazione psicopatologica pura e irreversibile.
La maggioranza dei casi osservati mantengono per diverso tempo una
propria plasticità formale che ne permette il passaggio turbinoso
all'interno di dimensioni nosologiche sempre cangianti ed aleatorie (
de Almeida 1975 ).
I disturbi che assumono caratteristiche sindromiche tipiche e
stabilizzate rinviano alla persistenza di fattori ambientali
sfavorevoli, quali la perdita dei diritti prima garantiti nel contesto
adottivo, la scarsa qualità riparativa del gruppo etnico e familiare,
la carente dotazione strutturale di partenza, le cure inadeguate.
L'aggregazione e la sinergia di questi elementi costringono
l'emigrante a percorrere i territori della catabasi psicotica e i
molti luoghi della cronicizzazione istituzionale.
I caratteri paranoidei della psicosi prevalgono nei pazienti esposti
direttamente allo sradicamento culturale.
I temi deliranti trasmutano nella patomorfosi delle macchine
influenzanti, attive nello spazio - tempo del paese ospitante e il cui
potere riesce a proiettarsi sul territorio di provenienza
dell'emigrante (Tausk 1979).
In questo clima di generale laicizzazione delle tematiche deliranti,
le angosce persecutorie appuntate sul "malocchio" e sulla "fattura" si
offrono come variante tematica recessiva, espressa dalla disposizione
sensitiva di coloro che hanno scalato gli stadi dell'istruzione
umanistica o tecnico - scientifica.
L'incremento dei disturbi dell'umore si organizza nella costellazione
delle forme distimiche ad impronta reattiva conseguenti all'infinita
teoria dei lutti, delle partenze e degli abbandoni.
Forme specificamente riconoscibile a carico della popolazione emigrata
sono le:
a) Depressioni procrastinate ( Grinberg e Grinberg 1984 ),
slatentizzate dall'esaurimento delle difese maniacali;
b) Depressioni del ritornato, sostenute dall'incapacità soggettiva a
riorientarsi nel contesto originario di cui non si accetta, o si nega,
il mutamento;
c) Depressioni delle vedove bianche, dovuti ai vissuti di perdita
alimentati dalla coniugalità ( e dalla maternità ) spezzata.
Una particolare tonalità fobogena si
sprigiona dal mondo dei morti che ritornano nello spazio dei viventi
ad esercitarvi una funzione persecutoria.
Questo sembra accadere a causa della degradazione dei rituali funerari
tradizionali per mezzo dei quali si operava l'elaborazione collettiva
del lutto ( Inglese e Madia 1989 ).
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Salvatore INGLESE
L'inquieta alleanza fra psicopatologia e antropologia
(ricordi e riflessioni di un'esperienza sul campo)
tratto da I fogli di Oriss, n° 1, 1993
Marco BILOTTA, Giuseppe GALLO
Franco SPINA
PUBBLICAZIONE INTERNET
a cura di
Francesco Saverio ALESSIO
Gaetano MASCARO
Traduzioni
Gaetano MASCARO
Francese, Inglese, Fiammingo