L'inquieta alleanza fra psicopatologia e antropologia
Salvatore INGLESE
capitolo 5
In tale contesto si rende riconoscibile un particolare rapporto di forza
che si istituisce fra l'Io, individuale e collettivo, e il Mondo.
Il mondo che si rappresenta nell'immaginario di questa popolazione è
attraversato da forze di improbabile domesticazione.
La donna - lupo
Giuseppe DE MARCO
Queste forze occulte, di sostanza sovrannaturale, primordiali, potenti,
decidono del destino individuale e collettivo senza possibilità
d'appello.
Tali forze perturbanti possono essere controllate solo mantenendosi
all'interno di un campo esistenziale retto dall'interdetto, dal divieto,
dal tabù.
In questo senso il tabù deve essere inteso come la rappresentazione
condensata di tutti gli interdetti possibili - pura emanazione del Sacro
e dell'Orrore - inseriti all'interno di un canale espressivo eticamente
sostenuto dal gruppo di appartenenza.
L'esistenza certa di queste forze, la loro inviolabilità, tendono a
restringere progressivamente il comune operare all'interno di una
visione fobica della realtà.
Una delle fantasie prevalenti, riconoscibile sul doppio piano
antropologico e psicopatologico, specifica che il mondo dell'umano è
minacciato dappresso dalla metamorfosi animale.
Accanto all'angoscia di metamorfosi si distende l'angoscia
dell'influenzamento a distanza realizzato per mezzo dello sguardo o per
mezzo di strumenti inerti in funzione di agenti intenzionali di
maleficio.
Il controllo di tali angosce viene affidato al "magaro", il quale si
incarica di attivare un processo di personazione e di nominazione delle
forze influenzanti.
Egli è portatore di una conoscenza specifica che lo qualifica e lo
identifica nel ruolo sociale di mediatore retroattivo con le fantasie
persecutorie della collettività.
Qui si assiste ad una delega totale da parte di una soggettività
coscienziale incapace di differenziarsi autonomamente dalle
configurazioni del Caos originario.
Il compito del "magaro" è di natura diagnostica e terapeutica.
Il suo intervento viene richiesto per definire tempestivamente il
livello dell'influenzamento in atto, il suo grado di pericolosità per
scoprire a quale volontà ostile esso debba essere ricondotto.
Il mondo delle relazioni intercorrenti tra sistemi umani e non - umani è
pertanto percorso da una angoscia fluttuante ed irriducibile.
In esso si dispiegano liberamente i vissuti di depersonalizzazione, di
possessione, di metamorfosi somatica, o convinzioni espansive e
megalomaniache che pretendono irrealisticamente di assoggettare tale
mondo.
I quadri culturali distintivi di tali concezioni si riconoscono
nell'affatturamento (De Martino 1959), nella tanatomania voodoo, nella
stregoneria antropofagia (Collomb 1978), nella siderazione visiva
(Zemplemi e Rabain 1978).
La dimensione del magico appare qui storicamente indubitabile e non
negoziabile con la cultura laica che si accontenta di disporsi al suo
fianco come un percorso parallelo e provvisorio lungo il quale ogni
tanto si avventura il soggetto sociale autoctono.
Entro l'orizzonte mitico - rituale che delimita la persistenza del mondo
magico meridionale, le grandi tappe del ciclo biologico, i cicli
stagionali, i tormenti e i sussulti dell'ambiente naturale, danno luogo
ad un ciclo culturale che indirizza il flusso dell'immaginario
individuale e collettivo verso schemi cognitivi e operativi
rassicuranti.
Tali costrutti culturali si costituiscono come dispositivi necessari a
governare la realtà, a modulare l'angoscia e ad intensificare i legami
sociali lungo una trama di riferimento psicologico comunitariamente
condivisa.
Il patrimonio culturale solidarizza con le spinte evolutive della
persona, simbolizzando e tramandando in una tradizione significativa le
istanze strutturali della personalità.
In tale contesto l'ideologia folclorica pronuncia un ordinamento
discorsivo rivolto alla regolazione dei ruoli sessuali, familiari e
sociali, alla codificazione normativa, alla sistematizzazione cognitiva,
alla sanzione etica.
Pagine: 1
- 2
- 3
- 4
- 5 - 6
- 7
- 8
- 9
- 10
- 11
- 12
- 13
- 14
Salvatore INGLESE
L'inquieta
alleanza fra psicopatologia e antropologia
(ricordi e riflessioni di un'esperienza sul campo)
tratto da I
fogli di Oriss, n° 1, 1993
Presentazione
Marco BILOTTA, Giuseppe GALLO
Prefazione
Franco SPINA
PUBBLICAZIONE INTERNET
a cura di
Francesco Saverio ALESSIO
Gaetano MASCARO
Traduzioni
Gaetano MASCARO
Francese, Inglese, Fiammingo
Linux
- Software
Libero