Un Mezzogiorno a
rischio desertificazione industriale, dove i consumi non crescono da
cinque anni, si continua a emigrare per il Centro-Nord, il tasso di
disoccupazione reale supera il 28%, crescono le tasse e si tagliano
le spese, ma una famiglia su 7 guadagna meno di mille euro al mese,
e in un caso su quattro il rischio povertà resta anche con due
stipendi in casa.
Secondo la SVIMEZ occorre rilanciare una
visione strategica di medio-lungo periodo, che veda nella
riqualificazione urbana, energie rinnovabili, sviluppo delle aree
interne, infrastrutture e logistica i principali drivers dello
sviluppo.
Questa la fotografia che emerge dal Rapporto SVIMEZ sull'economia del
Mezzogiorno 2012 presentato a Roma giovedì 17 ottobre.
MATERIALI
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Rapporto
Svimez mai così drammatico: l'emigrazione torna quella del
dopoguerra
di Marzio Bartoloni
Negli ultimi venti anni sono emigrate dal
Sud circa 2,7 milioni di persone. Solo nel 2011 si sono trasferiti dal
Mezzogiorno al Centro-Nord circa 114 mila abitanti. Principalmente in
Lombardia, che ha accolto nel 2011 in media quasi un migrante su
quattro (seguita dal Lazio). Ma tra la destinazioni finali c'è anche
l'estero: nel 2011 i cittadini italiani trasferiti oltre il confine
sono stati circa 50mila, 10mila in più rispetto al 2010 e in decisa
crescita rispetto a dieci anni fa, quando erano 34mila. Solo nel primo
trimestre 2013 il Sud ha perso 166mila posti di lavoro rispetto
all'anno precedente scendendo sotto la soglia dei 6 milioni. Non
accadeva dal 1977
Studio
Migrantes 2013: 4 milioni gli italiani emigrati
Nuova
emigrazione: i nuovi emigranti si raccontano...
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