Paperozzi
La notizia del quasi abbandono dell’esecutivo da parte dell’assessore Antonio Tiano non ci lascia sorpresi. La giunta che ci governa è nata male perché il suo sindaco è stato scelto all’ultimo minuto dai partiti del centrosinistra; quando, invece, lo stesso stava all’opposizione. Il meccanismo di voto e la scarsa libertà dell’elettorato, testimoniata anche da una recente intervista di nostri concittadini su Sky Tg 24, favorirono il dottor Antonio Nicoletti, che assunse l’onere di amministrare San Giovanni in Fiore, continuando contemporaneamente a esercitare la professione di medico. S’aggiungano dubbie e notorie operazioni nei seggi elettorali, durante le elezioni del 2005, sulle quali non vi fu alcun controllo, nonostante le segnalazioni del nostro movimento al Prefetto di Cosenza. La nostra città non ha mai avuto una tale instabilità politica né la classe dirigente aveva mai dato prove tanto clamorose di scarso senso delle istituzioni come quelle che oggi ci offre a ritmo costante. Ricordiamo che il nostro Comune subì il declassamento come primo atto della maggioranza, finalizzato a corrispondere alleati per servigi già resi. Seguì il litigio, mai risolto, per la nomina dell’assessore alla Salute. Solo a titolo d’esempio, si può menzionare la vicenda ambigua, ma estremamente indicativa, della posizione assunta dall’assessore Tiano nei confronti dell’operato del sindaco. Il sindaco Antonio Nicoletti, anche sulla spinta delle battaglie e delle posizioni del movimento politico “Vattimo per la città”, aveva promesso attenzione per le categorie più deboli, maggiore partecipazione al farsi della politica da parte della società civile e, in primo luogo, stretta tutela dei diritti dei cittadini. Tutte queste promesse si sono rivelate false. Nessuna verifica, a opera della giunta, circa i gravi ritardi sui lavori del Psu, con particolare riferimento al tratto, brevissimo, di Viale della Repubblica, abbandonato ai comodi di chi è pagato per lavorare. Non si contano, in proposito, i disagi per la cittadinanza, che andrebbe risarcita per ogni giorno di ritardo. Una concezione personalistica della cosa pubblica, gravemente lesiva dei diritti e delle possibilità di sviluppo, si deduce con chiarezza, poi, dalla gestione scriteriata, da parte di questa maggioranza, delle istanze in materia di rifornitori di carburanti e dalla vicenda del Liceo scientifico, sulla quale si perde tempo in modo colpevole. Una chiara definizione circa l’ubicazione degli istituti scolastici non è evidentemente fra le priorità d’una compagine di maggioranza smembrata, assente e votata a logiche di tipo clientelare. Oggi, dopo la strana uscita di scena della Margherita, anche i Verdi, peraltro divisi, mostrano chiara insoddisfazione per la gestione della cosa pubblica, a causa, pare, di faccende tutte interne alla giunta. Più di qualcuno sostiene che la ragione effettiva dell’agitazione dei Verdi risieda nella nomina del nuovo avvocato del Comune, piuttosto che in altro. Ciò che più emerge dal comportamento di chi ci governa è l’uso personale del potere, cui non si sottraggono questioni strettamente amministrative riferibili ai reparti amministrativi municipali, da valutare in sede di controllo. A questo punto, stante il crescente depauperamento delle risorse disponibili, l’irresponsabilità della maggioranza e del sindaco, la dubbia regolarità di procedimenti amministrativi e il continuo peggioramento nell’ambito dei servizi pubblici e delle potenzialità produttive della città, si esprimano i cittadini, questo è il nostro invito, sull’opportunità di mantenere in piedi questa squadra di governo senza programmi, volontà costruttive e capacità gestionali. Marco Militerno, responsabile movimento politico “Vattimo per la città”
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Sulle politiche amministrative degli ultimi dieci anni a San Giovanni in Fiore