IV FORUM PARLAMENTARE
EUROMEDITERRANEO
Bari, 17-18 giugno 2002
riferimento: http://www.europarl.eu.int/meetdocs/delegations/emed/20020617/472975IT.pdf
Risoluzione sulle migrazioni
IL
FORUM
A)
considerando che il fenomeno
dell'immigrazione rappresenta una
importante sfida, che richiede di essere
affrontata in modo coordinato e con risposte
coerenti dall’una e dall’altra parte;
B)
considerando che la dimensione esterna della
futura politica comune dell'UE in tale materia
dovrebbe essere regolata dal principio
di “associazione” e di cooperazione con i
paesi di origine e di transito degli immigrati,
come pure dal principio di responsabilità
condivisa della gestione dei flussi migratori
sulla base di un dialogo e di una concertazione
tra le istituzioni degli Stati membri dell'UE e
i paesi di origine e di transito;
C)
considerando che la politica dell'UE e dei paesi
partner del Mediterraneo in materia di
immigrazione deve garantire il rispetto dei
diritti e delle libertà dei richiedenti asilo e
degli immigrati per ragioni economiche, diritti
garantiti da diverse convenzioni internazionali,
in particolare la Convenzione
internazionale sulla tutela dei diritti dei
lavoratori migranti e dei loro familiari
(Nazioni Unite, 1990);
D)
considerando che la Carta
dei diritti fondamentali dell'UE
prevede che determinati diritti spettino “ad
ogni individuo”, indipendentemente dalla sua
cittadinanza;
E)
considerando che la crescente pressione
migratoria dei paesi meno avanzati deriva, tra
l’altro, dall’accentuarsi del divario
economico, tecnologico e sociale tra Nord e
Sud;
F)
considerando che la mancanza di una risposta
adeguata e coordinata, a fronte della realtà dei
flussi migratori in Europa, non fa che
incoraggiare l’immigrazione
clandestina, che rappresenta una
preoccupazione comune per i cittadini delle due
sponde del Mediterraneo;
G)
considerando che l’Unione europea ha una
capacità di accoglienza limitata;
1.
si compiace della decisione adottata dalla Conferenza ministeriale di
Valencia (aprile 2002), relativa alla
convocazione nel 2003 di una Conferenza
sulle migrazioni e l’integrazione sociale dei
migranti;
2.
chiede all'UE e ai suoi Stati membri di
impegnarsi ad introdurre politiche
d’integrazione volte ad assicurare, da un lato,
il rispetto dei diritti e delle libertà
degli immigrati legalmente residenti e,
dall’altro, il rispetto da parte di questi
ultimi degli obblighi legati alla cittadinanza e
dell’insieme dei valori
della società che li accoglie;
3.
chiede ai paesi di accoglienza di migliorare le
condizioni di vita e di lavoro degli immigrati,
di assicurare loro pari trattamento, libera
circolazione e mobilità in materia di
occupazione, facilitare il ricongiungimento
famigliare e la
preservazione dell'identità culturale.
Essi
sono,inoltre, chiamati ad agevolare la
concessione di visti al fine di incoraggiare la
migrazione legale e la circolazione delle
persone tra le due sponde del Mediterraneo;
4.
esprime soddisfazione per il fatto che la Carta
riconosce determinati diritti civili non solo ai
cittadini dell’Unione, ma anche ai cittadini di
paesi terzi;
5.
ritiene che la lotta alla
povertà, che è all’origine
dell’immigrazione, sia una responsabilità
condivisa tra i paesi ricchi della sponda Nord
del Mediterraneo (UE) e i paesi poveri delle due
sponde Sud ed Est del bacino del Mediterraneo;
sottolinea a tale riguardo il fatto che le
strategie di riduzione della povertà, di
miglioramento delle condizioni di vita e di
lavoro, di creazione di occupazione e promozione
della formazione professionale nei paesi
d’origine contribuiscono sul lungo periodo a normalizzare i flussi
migratori;
6.
auspica che negli attuali e/o futuri accordi con
i Paesi Partner del Mediterraneo sia inserito un
punto riguardante la gestione comune dei flussi
migratori, comprendente la corresponsabilità
nella lotta
all’immigrazione clandestina e ad altri
fenomeni connessi, quali la criminalità
organizzata, il traffico
di droga e di esseri umani e la
corruzione delle amministrazioni pubbliche,
nonché gli strumenti volti a controllare e
garantire l’applicazione effettiva di tali
accordi;
7.
ribadisce l’utilità di creare un Osservatorio
delle migrazioni, con il compito di
seguire permanentemente tutte le problematiche
dei flussi migratori, che sia dotato di
meccanismi di allarme;
8.
propone di aumentare gli stanziamenti di
bilancio destinati alle azioni dell'UE e dei
Paesi Partner del Mediterraneo per lottare
contro l’immigrazione clandestina e rafforzare
la democrazia e lo Stato di diritto;
9.
sostiene l’idea di un'iniziativa UE-Paesi
Partner del Mediterraneo mirante a impedire, per
quanto possibile, la “fuga
di cervelli” da questi ultimi e a
incoraggiare gli investimenti, i progetti comuni
e i l trasferimento di nuove tecnologie verso i
Paesi Partner del Mediterraneo, al fine di
favorire la diffusione di una cultura
imprenditoriale nei paesi d’origine e l’attuarsi
delle condizioni necessarie per rendere
praticabile il ritorno degli emigrati
professionalmente qualificati;
10.
invita gli Stati partner del Mediterraneo a
valorizzare l’esperienza del programma
INTERREG e promuovere la cooperazione
transfrontaliera tra le due sponde del
Mediterraneo;
11.
sostiene le proposte vertenti sugli scambi di
informazioni e su buone pratiche a livello
locale a favore dell’integrazione
degli emigrati regolari, come pure
sulla promozione di misure volte a
sensibilizzare i cittadini riguardo ai vantaggi
dell’immigrazione legale e temporanea e del
dialogo interculturale; auspica che i
problemi dell’immigrazione clandestina, che si
fanno sempre più acuti, vengano gestiti
congiuntamente dall’UE, dai suoi Stati membri,
dai paesi d’origine e di transito, al fine di
smantellare le reti criminali, la cui attività è
all’origine di diversi drammi
umani e porta profitto a soggetti
economici privi di scrupoli; denuncia le
attività di diversi gruppi che traggono
vantaggio, con opportunismo, della situazione
degli immigrati clandestini;
13.
raccomanda ai paesi d’origine o di transito di
moltiplicare gli sforzi e di introdurre mezzi
più efficaci per lottare contro i flussi
migratori irregolari; a tale proposito,
ritiene indispensabile che, in uno spirito di
partenariato e corresponsabilità, tali paesi
rafforzino la loro capacità di lotta
alla tratta degli esseri umani,
migliorando la gestione del controllo delle
frontiere e assumendosi i loro obblighi in
materia di riammissione dei loro cittadini
immigrati clandestini. Al riguardo, sottolinea
l’importanza di rafforzare i mezzi finanziari
accordati dall’Unione europea per affrontare il
problema;
14.
ritiene indispensabile, in questo contesto,
stabilire un forte legame
tra la politica immigratoria e quella di
cooperazione e aiuto
allo sviluppo, per ridurre le divergenze tra i
paesi d’origine, di transito e di destinazione e
promuovere lo sviluppo economico, sociale e
culturale dei paesi meno avanzati (specialmente
le “regioni a forte potenzialità migratoria”);
15.
ricorda che la questione dell’immigrazione
clandestina è oggetto di convenzioni
internazionali, che, in virtù dell’Accordo
di Cotonou, l’UE si è impegnata a
garantire il rispetto dei diritti e della
dignità degli individui, conformemente alle
disposizioni del diritto
internazionale e del diritto internazionale
umanitario, in ogni procedura di
rimpatrio degli immigranti clandestini nei loro
paesi d’origine e che è necessario che gli Stati
d’origine dell’immigrazione sottoscrivano quanto
prima con l’UE accordi di riammissione dei loro
cittadini.