Partite oltre 14mila persone, soprattutto giovani
laureati - Record ad Arsié: se n'è andato il 79%
dei cittadini
Daniela Boresi
VENEZIA - Si accende la voglia di
partire. Che sia per la crisi, o semplicemente per il
desiderio di cambiare vita e darsi nuove opportunità,
gli abitanti del Nordest hanno ripreso la valigia. Ma se l’Italia la percentuale cresce
sensibilmente a Nordest è da record, con il Veneto
che risulta essere la seconda regione italiana per
emigrazione: del biennio 2012-2013 sono
lievitati di 14.195 (dalla Lombardia +17.573) chi ha
deciso di lasciare la propria terra. Nordest è così la
seconda area per emigrazione d’Italia dopo il Centro
(seguita dal Nordovest, dalle Isole e dal Sud). Un
Nordest che esporta cervelli, ma non solo: se infatti
quasi la metà di chi se ne va ha un titolo di studio
spendibile, l’altra metà si butta sulle professioni
manuali.
Sono infatti cresciuti, in modo
consistente, gli espatriati con licenza media
inferiore (erano lo 0,3% nel 2010, sono il 24,4% nel
2011) diretti soprattutto in Germania e in Svizzera.
Un flusso che fa tornare alla mente gli spostamenti
degli anni ’50. Ad andarsene, ora anche verso la Cina
meta emergente, è a livello nazionale circa il 3.1 per
cento in più rispetto al 2012.
Emigrati che naturalmente non hanno
più la valigia di cartone, come
emerge dal Rapporto della
Fondazione Migrantes: il 22% di chi parte è
laureato, il 28% è diplomato e le prime regioni a
perdere petali sono proprio le locomotive d’Italia
(Lombardia e Veneto),
seguite dalla Sicilia.
Quindi si va via a caccia di una
opportunità, oppure per concludere gli studi: cresce
infatti anche il numero di ragazzi che sceglie di
studiare all’estero (decisione onerosa, ma spesso
legata all’impossibilità di entrare in facoltà come
Medicina o Odontoiatria). Ma non tutto il Veneto è
uguale. Arsiè, piccolo paese del Bellunese detiene in
Italia un record: il 79 per cento della popolazione se
ne è andata all’estero, lo stesso Lamon (Belluno), ha
il 68,1; Fonzaso (sempre nel Bellunese) 60,1 per
cento.
Percentuale elevata anche per
Cordignano, comune del Trevigiano dove ha fatto preso
il biglietto il 32 per cento della popolazione. Tra i
capoluoghi la percentuale maggiore è registrata da
Belluno, seguita da Treviso, Venezia, Padova, Verona e
Vicenza. Il Friuli Venezia Giulia non registra
"picchi" così elevati come quelli veneti.
Caneva, in provincia di Pordenone, la
percentuale dei "migranti" è vicina al 36 per cento, a
San Giorgio della Richinvelda (Udine) del 30. Bassa
nei capoluoghi: 12,2 a Trieste, 8,8 a Gorizia, 6,3 a
Pordenone e 5,8 a Udine. E dove si va? I friulgiuliani
preferiscono l’Argentina, seguita dalla Francia e
dalla Svizzera, i Veneti il Brasile, con a ruota
Svizzera e Argentina. Nel
biennio 2012-2013, anche per il Nordest spicca il
trend positivo dell’Asia (+8,6%), una meta che inizia
ad essere appetibile per motivi di studio e per il
commercio.
Daniela
Bores per il Gazzettino, 5 ottobre 2013
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