San
Giovanni in Fiore, 3 gennaio 2004
La
prima volta che penetrai nei meandri dei
sotterranei dell’Abbazia Florense ebbi
come guida Mario Iaquinta
partner nel concorso “Calabria Da
Salvare”,1980, del quale vincemmo il
primo posto stimolando le sovraintendenze alla
riscoperta ed alla salvaguardia dell’enorme
patrimonio artistico della Calabria,
autore di numerose pubblicazioni importanti per la
storia del nostro territorio, e mio “amico di
sempre”.
Era
il 1967 e le nostri freschissime menti
tese alla scoperta del mondo ci facevano
fantasticare per ore sulla vita e sulla passione
di quegli uomini che erano venuti su
queste montagne a costruire tanta bellezza.
Gioacchino da Fiore
nella sua lunga permanenza in Palestina oltre a
studiare i Vangeli ed altri testi in Aramaico,
testi che tradotti in latino avrebbero illuminato
persino il Sommo Vate Dante Alighieri,
si interessò allo studio dell’Architettura, degli
archi e delle volte ogivali. Molte di queste
competenze in Architettura
Mediterranea furono trasferite da
Gioacchino da Fiore al suo caro
amanuense Luca Campano, che
divenuto Vescovo diede libera espressione al suo
grande talento architettonico e alla sua vasta
competenza costruttiva realizzando un capolavoro
come il Duomo di Cosenza; e che
secondo le ultime datazioni degli scavi di Iure
Vetere potrebbe essere fra gli Architetti, insieme
al Frate Iulianus, dell’Archicenobio
di Iure Nuovo e quindi del capolavoro
dell'Architettura Florense. In ogni caso
sulle sostruzioni dell'edificio iniziato da
Gioacchino da Fiore e su suo progetto.
Nella
cappella laterale della Chiesa Florense,
cappella dove ora riposano le spoglie mortali di Gioacchino da Fiore
un tempo nella cripta, la composizione dell’ogiva
che inquadra la finestra a sua volta ogivale, la
scarna, essenziale, “normanna” modanatura che
sottolinea la composizione dello spazio teso verso
quella unica, parsimoniosa fonte di luce dell’est,
la totale abolizione di ulteriori decorazioni, la
rendono uno degli spazi architettonici più
originali della sua epoca; a
cavallo fra antichità mediterranee e profezie
post-moderne.
Il
taglio compositivo orientale viene superato
dalla pulizia decorativa e dall’uso parsimonioso
della luce, in un ambiente di vasta penombra
squarciato al mattino presto da un raggio di
sole…
...ripartirono
da Petra e si ritirarono fra le montagne a Fiore,
affinchè in Nazareth fosse annunciato il nuovo
frutto dello Spirito Santo, fino a che, a partire
da quel luogo, il Signore operasse la massima
salvezza sulla Terra. [...]
Biografia di Gioacchino da Fiore
ANONIMO
San
Giovanni in Fiore: centro del Mediterraneo
Architettura Mediterranea
Architettura Florense
Abbazia
Florens: panoramica est
Fotografia:
Francesco Saverio Alessio, copyright © 1987
...fino
a pochi anni fa, come nel Medio Evo, sul bordo sud
est dell'Abbazia erano gli orti e gli alberi di
noce, un sentiero e l'ACQUARU;
tutti segni di un passato cancellato per sempre da
una pavimentazione stradale tra l'altro fatta male.
[...]
tratto
da: Tutto quello che non
si deve fare in Architettura ( un
caso storico: San Giovanni in Fiore)di Francesco
Saverio ALESSIO
ESCATOLOGIA FLORENSE
Biografia di Gioacchino da Fiore
In
abito eremitico, intorno
ai diciotto anni d'età, (secondo
altri nel 1168 a circa 33 anni di età)
intraprese un lungo
viaggio in Oriente, passando
per Costantinopoli, attraversando la Siria e
soffermandosi in Palestina dove studiò
l'Aramaico per attingere ai Vangeli
originali. Sul Monte
Tabor trascorse una quaresima
in una grotta in completo digiuno ricevendo il
"dono della intelligenza".
Gioacchino
da Fiore visse e studiò per molti anni in
Medio Oriente:
erano lì le fonti della conoscenza, non solo
Spirituale, ma anche Scientifica e Filosofica.
I libri, le tecniche
costruttive, le tecniche idrauliche, e
dell'agricoltura, l'astronomia, la matematica.
Tutto veniva da quei luoghi, dalle Regioni,
dalle Civiltà all'intorno. Dalla
sponda sud del Mediterraneo.
Dai luoghi natali dell'Architettura Mediterranea
Gioacchino da Fiore importò molte tecniche che
insegnò al suo fidato amanuense Luca
CAMPANO probabile supervisore dello stesso
Archicenobio Florense insieme a
Fra'
Giuliano "Magister Artium" che proseguì la
costruzione successivamente alla morte del
Maestro.
Gioacchino da Fiore -
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