Un Natale al risparmio, in fatto di
fantasia e organizzazione pubblica. Nel
programma d’intrattenimento per le feste, firmato
dal sindaco e dagli assessori alla cultura e allo
spettacolo, tre manifestazioni già svolte, una
delle quali ancora in corso, la mostra di pittori
e scultori locali. Le altre due, la pitta
mpigliata da primato e il concerto dei Konsentia,
hanno avuto un riscontro ben diverso.
La prima, in collaborazione con Amira,
sezione Cosenza-Sila, è stata una gran bella
riproposizione d’una tradizione ancora viva,
quella del dolce silano per eccellenza, la pitta,
appunto. D’altra parte, l’esperienza e la capacità
di Amira sono, ormai, garanzia di successo anche
al di là delle mura. La professionalità del
fiduciario, il maestro Biagio Talerico,
il suo talento di curatore e la sua puntualità
hanno permesso di gustare uno storico prodotto di
qualità e sapore, disteso per ben oltre cento
metri e distribuito ai passanti in una calda e
caratteristica atmosfera d’entusiasmo e
partecipazione. Un momento di aggregazione,
nel
nome della cucina locale, sempre più
valorizzata, in quanto specialità,
dall’attività di promozione culturale di Amira.
La
mostra di artisti del luogo, invece, è un vero e
proprio flop: priva d’un itinerario di
significato, d’un percorso visuale, semantico e di
accostamenti ragionati, è rimasta chiusa nei
giorni festivi, a dimostrazione che l’arte, per
qualcuno, non deve essere disponibile quando il
pubblico non ha impegni di lavoro. I quadri sono
disposti a caso, e per questo si poteva pure
evitare di servirsi della nuova, interessante sede
della biblioteca comunale. Si temeva
l’approssimazione, la pochezza, in ambito
artistico e culturale; e, di fatto, i
sospetti della vigilia si sono mostrati più che
fondati, visto e considerato che il
settore comunale deputato alla cultura s’è
fossilizzato nella conservazione dei resti, pochi,
d’una civiltà contadina e subordinata, senza alcun
genere di supporto agli artisti che hanno scelto
di esporre.
I
tempi non sono maturi, ancora, per
comprendere l’urgenza e la necessità d’un
ripensamento politico sul ruolo dei servizi
culturali, che, in tempi di
globalizzazione, devono adoperarsi, lontani da
ogni burocrazia, per
alimentare il fermento e il richiamo culturale.
Ma questo discorso è arabo, per il dirigente, Pietro
Marra, che ha fatto del monopolio del
paesano e del mantenimento dello status quo la sua
missione professionale.
Il concerto dei Konsentia, poi, ha colto di sorpresa
il pubblico intervenuto. Ci si attendeva i
Nidi d’Arac, almeno
questo era scritto sui manifesti. Senza
alcun preavviso, i tanti giovani in piazza dei
Miracoli, lì per ascoltare il sound della formazione
annunciata, si sono visti piombare, all’improvviso,
il gruppo cosentino dei rifacimenti popolari
introspettivi, in chiave elettroattenuata, i
Konsentia. Chiaramente, abituati ai ritmi vorticosi
di Voltarelli & co., nelle
edizioni di Lupu e Riturnella, tanti ragazzi hanno
abbandonato l’appuntamento, lasciando i fratelli
Sposato, Angelo e Tiziano, che conducono da tempo un
particolare progetto, alle loro passeggiate nel
canto con vibrazioni ed onde, prodotte da
intersezioni strumentali tecnologicamente combinate.
Un tonfo, per come s’è svolto questo incidente
voluto: non s’imbroglia il pubblico, che conosce e
sceglie consapevolmente di andare a un concerto. I
Konsentia sono una realtà di quella cosiddetta onda
calabra tanto cara a Francesco Bipo Zofrea. Ma gli
stessi organizzatori, gettandoli allo sbaraglio, ne
hanno danneggiato l’immagine. Oltre ad aver
sfigurato in modo grossolano, per il brutto e
furbo equivoco.
EMILIANO
MORRONE
RADICI
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