La realizzazione d’una residenza sanitaria per anziani sta offrendo spettacolo, a San Giovanni in Fiore. Il sindaco Nicoletti ripete d’essere il primo a sostenere la conversione in rsa del nuovo immobile destinato al Liceo scientifico, ubicato nel quartiere Olivaro. La variazione comporterebbe, secondo sindaco e maggioranza di centrosinistra, il rientro della scuola in una zona più centrale, nei pressi del Liceo pedagogico. Lì, a pochi passi dal monumento dei caduti, si sta completando l’edificio in cui verrà trasferito il Classico. Nicoletti ha dichiarato nell’ultimo consiglio in municipio che “è utile ricavare un polo liceale nella cerchia urbana, per ragioni economiche e di indotto”. Secondo il primo cittadino, si eviterebbero al Comune spese di trasporto, pari a zero, per il forzista Barile, che ha raccolto il parere del ragioniere del municipio. Con la conversione, il sindaco pensa di rimediare a “un errore della precedente amministrazione, la localizzazione di scuole superiori in periferia”. Nella deliberazione consiliare del 17 settembre 2002, si legge, circa l’edificazione dell’Istituto d’arte, sempre all’Olivaro: “Il consigliere dello Sdi Nicoletti Antonio, il quale nell’esprimere voto favorevole all’approvazione del progetto (...)”. Oggi, Nicoletti si mostra ravveduto rispetto a scelte sulle quali, invece, dal 2002 al 2005, anno della sua elezione, era d’accordo. Ai tempi, l’Ulivo, sempre al governo, sostenne che il quartiere Olivaro si potesse valorizzare portandoci l’Istituto d’arte e il Liceo Scientifico. Riccardo Succurro, allora sindaco, s’addentrò nel Contratto di quartiere, strumento, a suo avviso, per un ulteriore sviluppo della zona. C’era un progetto, infatti, caldeggiato dalla sua giunta e firmato da Giuseppe Celano, docente di urbanistica all’Università della Calabria, che prevedeva un complessivo ammodernamento dell’Olivaro, compresa la regolarizzazione di abusi riguardanti box auto. L’Istituto d’arte fu trasferito nel nuovo edificio pagato dalla Provincia di Cosenza e costruito all’Olivaro dalla Ferspa, impresa edile di San Giovanni in Fiore. Mimmo Ferrarelli, titolare dell’azienda, è oggi nella gestione della casa di riposo accanto all’abbazia florense, assieme all’imprenditore Antonio Atteritano. Trasferito l’abate, don Franco Spadafora, la curia arcivescovile di Cosenza cedette l’attività in questione a Ferrarelli e Atteritano, con atto privato. Il fatto suscitò un certo clamore e proteste da parte dei consiglieri d’opposizione Antonio Barile e Angelo Gentile, dei Socialisti di Zavattieri, essendo i locali in uso, peraltro, di proprietà comunale. Per Barile, non risulta atto di compravendita fra Comune e società che gestisce la casa di riposo, di cui Ferrarelli e Atteritano sono parte. Molti in città temono che l’operazione di modifica della destinazione d’uso dell’edificio in cui dovrebbe andare lo Scientifico non giovi all’interesse collettivo. L’accusa, dalla minoranza in consiglio comunale, è che da un lato la modifica serva a prorogare il reddito da locazione (135 mila euro all’anno) percepito regolarmente dalla famiglia Gallo, proprietaria del palazzo in cui per ora si trova la scuola e, dall’altro, valga a sistemare il Ferrarelli, molto vicino ai Ds, con l’affidamento della nuova residenza sanitaria, posto che il nuovo Liceo si riesca a convertire in rsa. La maggioranza ribatte parlando di “vergognose strumentalizzazioni” e, compatta, assicura, tramite il sindaco Nicoletti, che la residenza sanitaria per anziani sarà amministrata a livello pubblico. Thomas Schael, direttore generale della Asl di Crotone, spiega: “No. Questo sarebbe impossibile. Sa quanto costerebbe? Da parecchio, ci sono contatti con il Presidente della Provincia di Cosenza, l’assessore regionale alla Salute e l’esecutivo comunale atti a verificare se esistono le condizioni per una rsa a San Giovanni in Fiore”. Il manager continua: “Si stanno valutando l’impegno finanziario da parte della Asl e le possibilità di concorso materiale da parte di Regione e Provincia di Cosenza”. Quindi, chiarisce: “Coi fondi accantonati, non si può acquistare la struttura, convertirla e comprare l’arredo necessario. Servono ulteriori risorse”. Il sindaco Nicoletti ha invece dichiarato nei giorni scorsi, dando a Schael del “bugiardo”: “I soldi sono sufficienti”. E, con riferimento alla residenza per anziani che, priva di strada d’accesso, doveva sorgere a San Giovanni in Fiore: “Schael non sa che i fondi ex articolo 20 non si possono utilizzare per pagare penali. Di ciò, chiunque abbia un minimo di esperienza amministrativa ne è consapevole”.
In sostanza, mentre Schael dimostra, nella vicenda, di badare a perizie tecniche e dati di bilancio, il sindaco Nicoletti sferra duri colpi verso l’operato e il bagaglio tecnico del direttore. Sull’intera vicenda, Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza, che, a raccogliere una battuta di Schael, ha molto a cuore la questione della rsa al posto del Liceo, non ha voluto commentare per causa d’un riferito mal di denti; nonostante un lungo e sciolto intervento alla presentazione dell’ultimo libro di Franco Laratta. Francesco Molinari, responsabile del settore Edilizia della Provincia di Cosenza, ha scritto al sindaco Nicoletti, lo scorso 29 settembre: “La richiesta di alienare la nuova sede dello scientifico pone problemi a cui è necessario dare soluzioni: non continuare a pagare un fitto (...) nonché garantire alla scuola una sistemazione, se pur momentanea, in una struttura idonea e sicura, atteso che la proroga dei tempi per adeguare gli edifici scolastici alle norme di sicurezza non è stata riproposta dal Governo”. Dal canto suo, Schael non si esprime favorevolmente nei confronti dell’ipotesi d’una rsa con 60 posti letto ricavati per adeguamento d’una scuola ed esclude gestioni pubbliche. Nel merito, scandisce: “Preferisco pensare a un bando di gara o a un’assegnazione a privati che interessi pure la Asl”. La storia si complica, però, perché c’è già una rsa pronta, proprio all’Olivaro, realizzata dai fratelli Rao, imprenditori edili di San Giovanni in Fiore. Il dirigente dei Verdi Antonio Tiano, ancora assessore comunale all’ambiente, la vede utile, attrezzata e adeguata. Ma si sente fuori del coro. Il progetto della struttura, dedicata a Santa Chiara, è del 2003. La medesima, costruita in zona F6, destinata proprio ai servizi pubblici, ebbe la concessione ai sensi della legge regionale n. 23 del 2003. Per lo Scientifico, invece, si dovette modificare il Prg. I titolari della “Santa Chiara”, Luigi, Francesco e Gerardo Rao, dicono che “dove vive una rsa ne possono vivere due” ma certo non si spiegano le ragioni d’una illogica conversione del Liceo, appena ultimato. Come i tanti residenti dell’Olivaro, che chiedono “giustizia”. Il 16 marzo del 2005 i Rao ebbero un parere preventivo positivo dal Nucleo permanente per l’accreditamento dell’Asl di Crotone. Già nel 2004, l’allora direttore generale, Michele Talarico, scrisse ai Rao della “disponibilità dell’azienda ad una fattiva collaborazione”. La “Santa Chiara” ha 58 posti letto, è quasi pronta e occuperebbe 50 persone, “tutte scelte da noi”, giurano i Rao. In questi giorni, la discussa conversione dello Scientifico sta puzzando a molti, anche perché è spuntato un corso per operatori socio-sanitari da 3 mila e 500 euro. La sanità fa voti, a San Giovanni in Fiore. Ci sarebbero 500 infermieri su 18 mila abitanti. Le loro sorti sarebbero in parte stabilite da politici. La riferita gestione pubblica della rsa nasconde qualche intenzione elettoralistica? Per il consigliere comunale Giovanni Greco, d’accordo circa il ripensamento sull’ubicazione dello Scientifico, “se non si trova immediatamente una soluzione per il Liceo, gli studenti debbono essere subito trasferiti nella nuova sede”. Attualmente, ci sarebbe, per Nicoletti e centrosinistra, un rimedio temporaneo. In attesa dell’eventuale costruzione, appena sopra il Liceo pedagogico, d’un nuovo edificio in cui allocare lo Scientifico, la scuola potrebbe passare a Casa Ventura, di proprietà del Comune. Si tratta d’un immobile ristrutturato con la manodopera di appartenenti all’ex Fondo sollievo. Nel merito, c’è, fra l’altro, una controversia legale fra operai, sostenuti dai sindacati confederali, e Comune. Ove, al termine del giudizio, vi fosse l’obbligo per il municipio di corrispondere agli attori differenze contributive, s’aprirebbe, per San Giovanni in Fiore, la strada del dissesto finanziario. Emiliano Morrone già pubblicato su "il Crotonese" del 2 febbraio 2007, a pag. 34
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