La società sparente: per i Calabresi che vivono all'estero
Tragedie dell'emigrazione italiana Cronache sul disastro di Monongah a cura di Francesco Saverio ALESSIO |
San Giovanni in Fiore: 18 novembre 2003 --"Prendere parte alla cerimonia
religiosa in ricordo di quelle vittime di una strage
vera e propria, per me è stato anche commovente.
E non soltanto perché le stragi sul lavoro
non possono essere cancellate dalla memoria dei popoli
ricchi, ma anche perché i
martiri italiani di Monongah rappresentano
ancora oggi il simbolo di una speranza sempre viva;
sia per il forte attaccamento al lavoro e ai valori
della famiglia e della patria che ha animato quegli
uomini semplici ma tenaci, sia per la forza di volontà
con la quale i calabresi di quel tempo hanno saputo
sfidare le distanze, le asperità ambientali
e le sofferenze per far crescere le loro famiglie
e la loro regione di provenienza "[...]"Il
Consiglio Regionale della Calabria ricorderà
in una delle sue prossime sedute, le vittime calabresi
della tragedia di Monongah". --Il Direttore Porpiglia ha invitato il Sindaco di San Giovanni in Fiore Riccardo Succurro e l'Assessore alla Cultura Vincenzo Gentile che hanno Amministrato per sette anni senza prevedere la Consulta degli Emigrati e non ha invitato Pietro MAZZA Presidente dell'Associazione Florense degli Emigrati Heritage che si è battuto per anni contro la Giunta Comunale affinchè desse voce agli Emigrati e che con una sua lettera aveva invitato Mimmo PORPIGLIA a partecipare alla Messa che si terrà il 6 dicembre 2003 a San Giovanni in Fiore nell'Abbazia Florense in suffragio delle vittime di Monongah fornendogli l'idea di promuovere un'iniziativa simile in grande stile. Lo "scoop" del Direttore Mimmo Porpiglia riguardo alla morte di molti altri Calabresi nelle miniere di Monongah consiste nelle informazioni fornite da Pietro MAZZA e da me attraverso il sito Internet dell'Associazione Florense degli Emigrati che il 18 settembre 2003 era on line con questi contenuti a mia firma: --"Il 6 dicembre 1907, a Monongah, USA, nelle miniere n° 6 e n°8 una serie di esplosioni causano una ecatombe di vite umane, dal numero imprecisato perchè neanche un terzo dei minatori era registrato; fra le vittime decine di ragazzi in cerca di fortuna in America..." --Alla commemorazione, di San Giovanni in Fiore, praticamente non c'era nessuna delle persone che quotidianamente, concretamente lavorano ai gravissimi problemi conseguenti all'enorme esodo del secolo scorso, nè di quelli che hanno partecipato alla lotta per riavere la Consulta degli Emigrati, o che lavorano alla ricerca di progetti di sviluppo dei territori d'appartenenza per evitare di continuare ad emigrare, e che svolgono questo lavoro nonostante l'Amministrazione del Sindaco Succurro; non c'era il Presidente del'Associazione Florense degli Emigrati Pietro MAZZA, non c'era Mario IAQUINTA, il fotografo che da decenni si occupa di emigrazione e di radici culturali, non c'era Domenico LARATTA, impiegato dell'Ufficio Anagrafe e vero autore delle ricerche sugli emigrati florensi e su Monongah, non c'era il Direttore del Nuovo Corriere della Sila Saverio BASILE, che alcuni anni fa pubblicò, fra gli innumerevoli articoli dedicati agli emigrati e all'emigrazione, Maledetta Monongah dello stesso Mario IAQUINTA, e tantomeno siamo stati invitati noi di emigrati.it, sito Internet del quale Porpiglia conosce bene l'esistenza e lo spessore dei contenuti; sono stati invitati il Sindaco, Riccardo Succurro, e l'Assessore alla Cultura, Vincenzo Gentile. --In questa manifestazione nata all'insegna dell'ipocrisia ([...] la cui triste fine é tornata alla luce grazie all'inchiesta del nostro giornale dopo decenni di silenzio..."La Gente d'Italia" ottobre 2003, Direttore Mimmo Porpiglia), di persone realmente e sinceramente interessate alla tragedia di Monongah erano presenti Padre Briggs ( che insiste da decenni perché i morti nella miniera non vengano dimenticati ) il vice Governatore del West Virginia Joe Manchin III, che sarà candidato per i democratici nel 2004 alla carica di Governatore, i cui nonni erano di San Giovanni in Fiore e che sente molto la realtà spesso tragica dell'emigrazione; erano presenti inoltre il Console italiano Lorenzo Motta, il sindaco di Monongah Roger Huffman, numerosi amministratori di comuni italiani che hanno avuto perdite umane nella sciagura di circa un secolo fa. La Messa è stata celebrata da Monsignor Aldo Edoardo De Angelis inviato dal Vaticano. Dopo la Messa il pranzo per gli Ospiti all'Holiday Inn di Fairmount. --Nello
scoppio della miniera, gestita dalla Fairmount Coal Company persero la vita,
il 6 dicembre del 1907, 956 persone (accertate). Tra esse tantissimi italiani e tra questi molti i
calabresi provenienti da Caccuri,
San Giovanni in Fiore, Carfizzi, Falerna, Guardia
Piemontese, Strongoli, Castrovillari, Gioiosa Ionica
e San Nicola dell'Alto. --Il Presidente del Consiglio regionale calabrese, che ha rappresentato a Monongah tutti i Consigli Regionali Italiani, ha sostenuto che: --"Siamo davanti al disperato sacrificio umano che ognuno di noi ha il dovere di onorare, in privato ed in pubblico. I minatori italiani caduti a Monongah, meridionali e calabresi dei primi del Novecento hanno il diritto di essere ricordati. Perché hanno svolto un ruolo indispensabile nella crescita economica dell'America e un'azione importante per la fuoriuscita del Meridione italiano dalla povertà e dall'arretratezza " --Fedele ha anche annunciato che il Consiglio Regionale, concordando con la proposta del sindaco di San Giovanni in Fiore, Riccardo Succurro, che è intervenuto alla cerimonia ("Dobbiamo capire - ha detto nella chiesa gremita di persone - che il sacrificio dei calabresi è stato enorme, ma oggi non deve servirci soltanto a ricordare il contributo da loro dato alla nostra terra, ma anche ad insegnarci ad accogliere meglio i tanti immigrati che fuggono dalle loro terre per fame e disperazione") è intenzionato a far realizzare la stele in memoria dei minatori calabresi proprio nel centro in cui vi sono stati più morti dalla tragedia di Monongah. " Una stele - ha chiarito Fedele - per ricordare tutti i caduti calabresi nelle miniere nonché la loro disperata esistenza e la terribile morte nella miniera americana". --Sembrerebbe buffo, se non fosse irritante, che il Sindaco Riccardo Succurro, dopo aver amministrato per sette anni senza il prezioso strumento della Consulta degli Emigrati, nonostante le infinite richieste e proteste da parte di numerosi cittadini ed emigrati, mentre continua a far costruire scatoloni di cemento, pubblici e privati, nella città che ha il record mondiale di edifici non finiti e vuoti, il record mondiale di edifici sfitti, il record mondiale di immobilismo del mercato immobiliare grazie al dramma dell'emigrazione di massa, continuando a dare il cattivo esempio ad una popolazione che ha già sprecato il lavoro di generazioni per costruire edifici inutilizzati e vuoti, cemento che rende semplicemente brutta e poco accogliente la nostra città, cemento che ha occupato e occupa tutti gli investimenti locali quando si dovrebbe investire in attività produttive, in servizi, in cultura, per assicurare un futuro dignitoso ai propri figli, proponga un monumento per i Caduti di Monongah... forse avrà in mente il più grande, il più bello, storico scheletro di cemento armato mai realizzato? E quale montagna sarà fatta sparire per fargli posto?
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